"So leggere ma non capisco quello che leggo", ecco l'analfabetismo funzionale, fenomeno intergenerazionale

Un esempio concreto di questa problematica si manifesta quando un adulto, pur sapendo leggere, non riesce a comprendere appieno le istruzioni di un medicinale o a interpretare correttamente un contratto di lavoro

In Italia circa il 28% degli adulti tra i 16 e i 65 anni può essere considerato analfabeta funzionale.

Ecco un tema che ci invita a riflettere sul ruolo fondamentale dell'istruzione nella nostra società e su come le competenze acquisite durante il percorso scolastico influenzino la vita quotidiana. Un fenomeno che colpisce particolarmente, e che merita un'analisi approfondita, è l'aumento dell'analfabetismo funzionale, specialmente tra gli adulti.

L'analfabetismo funzionale si riferisce all'incapacità di una persona di utilizzare in modo efficace le abilità di lettura, scrittura e calcolo nelle situazioni della vita quotidiana, nonostante abbia ricevuto un'istruzione di base. Questo fenomeno rappresenta una sfida significativa per la società contemporanea, come evidenziato da numerosi studi e ricerche.

Secondo i dati dell'OCSE (Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico), in Italia circa il 28% degli adulti tra i 16 e i 65 anni può essere considerato analfabeta funzionale. Questo dato allarmante trovava riscontro già anni fa nelle ricerche del professor Tullio De Mauro (Torre Annunziata, 31 marzo 1932 – Roma, 5 gennaio 2017), illustre linguista italiano, il quale ha dedicato gran parte dei suoi studi a questo fenomeno. Come affermava De Mauro: "L'analfabetismo funzionale è una forma subdola di esclusione sociale, tanto più pericolosa quanto più passa inosservata."


Un esempio concreto di questa problematica si manifesta quando un adulto, pur sapendo leggere, non riesce a comprendere appieno le istruzioni di un medicinale o a interpretare correttamente un contratto di lavoro. Queste difficoltà non sono limitate alle persone con basso livello di istruzione, ma possono interessare anche individui con titoli di studio elevati.


Il sociologo Zygmunt Bauman, nella sua analisi della "società liquida", offre una chiave di lettura interessante per comprendere questo fenomeno. Secondo Bauman, la rapida evoluzione della società moderna e la costante necessità di adattamento hanno creato una condizione di precarietà cognitiva. Come scrive nel suo saggio "Modernità liquida": "La società contemporanea richiede una continua riqualificazione delle competenze, ma non tutti riescono a tenere il passo con questa incessante richiesta di aggiornamento."


Le cause dell'aumento dell'analfabetismo funzionale sono molteplici. In primo luogo, la digitalizzazione ha trasformato radicalmente le modalità di accesso e elaborazione delle informazioni. Mentre i giovani sono generalmente più adatti a questo cambiamento, molti adulti faticano ad adeguarsi. Un esempio significativo è la difficoltà che molti adulti incontrano nell'utilizzo dei servizi pubblici digitali o nella verifica dell'attendibilità delle fonti online.


In secondo luogo, il sistema educativo tradizionale non ha sempre fornito gli strumenti necessari per sviluppare un pensiero critico e autonomo. Come sottolinea il pedagogista Edgar Morin: "Non si tratta tanto di accumulare il sapere, ma di saper organizzare le conoscenze. La vera sfida dell'educazione è insegnare a pensare."


Le conseguenze dell'analfabetismo funzionale sono significative sia a livello individuale che sociale. Sul piano personale, può portare a:

- Difficoltà nell'accesso al mercato del lavoro

- Limitazioni nella partecipazione alla vita sociale e culturale

- Vulnerabilità rispetto alla disinformazione e alle fake news

- Ostacoli nell'esercizio dei propri diritti e doveri di cittadino


A livello sociale, questo fenomeno può compromettere la qualità del dibattito pubblico e della partecipazione democratica. Come evidenzia uno studio della Fondazione per la Sussidiarietà, esiste una correlazione diretta tra analfabetismo funzionale e scarsa partecipazione alla vita politica e sociale.


Per contrastare questo fenomeno, è necessario un approccio multidimensionale. Le istituzioni educative dovrebbero implementare programmi di formazione continua specificamente progettati per gli adulti, con particolare attenzione alle competenze digitali e al pensiero critico. Come sosteneva Paulo Freire, pedagogista brasiliano: "L'educazione non è un processo di accumulo di conoscenze, ma un atto di liberazione che permette all'individuo di diventare soggetto attivo della propria vita."


Inoltre, è fondamentale promuovere una cultura dell'apprendimento permanente. Le aziende potrebbero svolgere un ruolo importante offrendo programmi di formazione ai propri dipendenti, mentre le biblioteche e i centri culturali potrebbero organizzare attività mirate al miglioramento delle competenze funzionali degli adulti.


In conclusione, l'analfabetismo funzionale rappresenta una sfida cruciale per la società contemporanea, che richiede un impegno collettivo per essere affrontata efficacemente. È fondamentale mantenere viva la consapevolezza di questo problema e promuovere iniziative concrete per contrastarla. Solo attraverso un'educazione continua e di qualità possiamo sperare di costruire una società più inclusiva e consapevole, in cui ogni individuo possa partecipare attivamente alla vita sociale e culturale.


Come affermava Martin Luther King: "L'educazione ha un duplice scopo: da un lato sviluppare l'intelligenza, dall'altro preparare alla vita." Mai come oggi questa duplice missione appare fondamentale per contrastare l'analfabetismo funzionale e promuovere una società più equa e partecipativa.

Commenti

Post popolari in questo blog

Morsa a scuola da un topo

"Sono un deficiente", vietato dalla Convenzione di Ginevra?

"Lasciati in mutandine", alunni perquisiti a scuola