Il Cavallo di Troia raccontato come un romanzo
Il contesto è quello della Guerra di Troia, un conflitto che vede una coalizione di città greche contro la polis dei Troiani. Dopo dieci lunghi anni di guerra i greci abbandonano le loro posizioni. Sembrerebbe una resa ma invece...
Come accadde che quella che sembrava essere una ritirata dei Greci si rivelò invece il colpo decisivo per la risoluzione del conflitto:
Il Cavallo di Troia - L'Inganno degli Dei
1: L'Assedio Senza Fine
Era una notte fredda e ventosa, con il cielo coperto da nuvole minacciose che nascondevano la luna. Nel campo acheo, situato a poca distanza dalle imponenti mura di Troia, i fuochi delle sentinelle tremolavano debolmente, illuminando i volti stanchi dei guerrieri. Dieci anni di guerra avevano logorato gli animi, ma non la determinazione. Agamennone, il re di Micene e capo delle forze achee, sedeva nella sua tenda, circondato dai suoi più fidati comandanti. Tra loro c’era Ulisse, re di Itaca, noto per la sua astuzia e il suo ingegno.
"Dieci anni," mormorò Agamennone, fissando la mappa di Troia stesa sul tavolo. "Dieci anni di sangue, e ancora quelle mura ci sfuggono. Non possiamo permettere che questo continui."
Ulisse, con gli occhi penetranti e una mente sempre in movimento, si strofinò la barba. "Forse," disse lentamente, "non è la forza che ci porterà la vittoria, ma l'astuzia."
Menelao, fratello di Agamennone e re di Sparta, sbuffò. "Un'altra delle tue trovate, Ulisse? Abbiamo già provato di tutto. Assalti, macchine d'assedio, persino l'inganno del finto ritiro. Nulla ha funzionato."
Ulisse sorrise, un sorriso che non raggiungeva gli occhi. "Questa volta sarà diverso. Costruiremo un cavallo... un cavallo di legno così grande che i Troiani non potranno resistere alla tentazione di portarlo dentro le loro mura."
Agamennone si raddrizzò, interessato. "E poi?"
"E poi," continuò Ulisse, "noi ci nasconderemo al suo interno. Quando la notte cadrà, usciremo e apriremo le porte della città."
I capi achei si guardarono, inizialmente scettici, ma poi iniziarono a vedere la genialità del piano. Il silenzio che seguì fu rotto solo dal crepitio del fuoco e dal sibilo del vento.
2: Il Dono degli Dei
Il mattino seguente, gli Achei iniziarono a costruire il cavallo. Era un'opera colossale, alta come tre uomini, con dettagli così realistici che sembrava quasi vivo. I Troiani, dalla cima delle loro mura, osservarono con stupore e sospetto.
"Guardate!" esclamò Ettore, il principe di Troia, indicando la spiaggia. "Gli Achei se ne vanno! Hanno lasciato qualcosa... un cavallo?"
Re Priamo, il vecchio sovrano di Troia, si avvicinò alla balconata, i suoi occhi saggi scrutando l'orizzonte. "Non fidatevi," disse con voce grave. "Gli Achei sono astuti. Potrebbe essere un inganno."
Enea, un giovane e valoroso guerriero, si fece avanti. "Ma è un dono agli dei! Un simbolo di pace! Dobbiamo portarlo dentro le mura, come trofeo della nostra vittoria."
Cassandra, la profetessa maledetta, si agitò disperatamente. "No! Non fatelo! Questo cavallo porterà solo distruzione! Ascoltatemi!"
Ma i Troiani, accecati dalla gioia e dalla convinzione di aver vinto la guerra, ignorarono le sue parole. Il cavallo fu portato dentro le mura, tra canti e festeggiamenti.
3: La Notte della Distruzione
La notte cadde su Troia, ma la città non dormì. I festeggiamenti continuarono fino a tardi, con vino, musica e danze. Nessuno notò i leggeri scricchiolii provenienti dal ventre del cavallo.
Dentro il cavallo, Ulisse e i suoi uomini attendevano in silenzio. "È il momento," sussurrò Ulisse. "Aprite le porte."
I soldati achei uscirono furtivamente, uccidendo le guardie e aprendo le porte della città. Fuori, l'esercito acheo, che aveva solo finto di ritirarsi, avanzò in silenzio, pronto a colpire.
Agamennone, in sella al suo cavallo, gridò: "Adesso! Per la gloria di Grecia!"
La battaglia infuriò. I Troiani, colti di sorpresa, non riuscirono a organizzare una difesa efficace. La città fu saccheggiata e data alle fiamme. Ettore cadde in combattimento, Priamo fu ucciso nel suo palazzo, e Cassandra fu catturata.
4: L'Alba di una Nuova Era
Con l'alba, Troia era in rovina. Le fiamme divoravano ciò che rimaneva della città, e il fumo oscurava il cielo. Ulisse e Agamennone si incontrarono tra le macerie.
"Hai fatto bene, Ulisse," disse Agamennone, con un tono di soddisfazione. "La tua astuzia ci ha portato la vittoria."
Ulisse guardò le fiamme, il suo volto era un misto di trionfo e rimorso. "Ma a quale prezzo? Troia è distrutta, e con lei migliaia di vite."
Agamennone scrollò le spalle, freddo. "È il prezzo della guerra. Ora torniamo a casa, come eroi."
Ulisse guardò l'orizzonte, pensieroso, mentre il sole sorgeva su una città in fiamme. La guerra era finita, ma il costo era stato enorme. E mentre i venti portavano via il fumo, Ulisse sapeva che la sua storia non era ancora finita.
La storia del Cavallo di Troia rimane uno degli inganni più famosi della storia, un simbolo di come l'astuzia possa cambiare il corso di una guerra.
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