Promessi sposi, il riassunto breve

Il romanzo più famoso della letteratura italiana riassunto in una manciata di righe 


Nel XVII secolo, precisamente nel 1628, in un paesino del lecchese chiamato Pescarenico, due giovani, Renzo Tramaglino e Lucia Mondella, stanno per sposarsi. Il matrimonio viene impedito dal curato Don Abbondio, intimidito dai bravi di Don Rodrigo, un nobile prepotente che vuole Lucia per sé.

I due giovani, aiutati da Fra Cristoforo, tentano di celebrare un "matrimonio a sorpresa" che fallisce. Per sfuggire a Don Rodrigo, Lucia e sua madre Agnese si rifugiano nel convento di Monza, sotto la protezione della Monaca di Monza (Gertrude), mentre Renzo si dirige a Milano.

A Milano, Renzo si trova coinvolto nei tumulti di San Martino (la rivolta del pane) e viene identificato come sobillatore. Deve quindi fuggire nel bergamasco, territorio della Repubblica di Venezia, dove trova lavoro presso il cugino Bortolo.

L'Innominato, su richiesta di Don Rodrigo, fa rapire Lucia dal convento di Monza attraverso il Nibbio e dei bravi. Tuttavia, le preghiere di Lucia e l'incontro con il Cardinal Federigo Borromeo provocano nell'Innominato una profonda conversione spirituale, portandolo a liberare la ragazza.

La peste del 1630-31 sconvolge Milano e la Lombardia. Don Rodrigo, colpito dal morbo, muore nel lazzaretto. Renzo, guarito dalla peste, torna a Milano alla ricerca di Lucia e la trova nel lazzaretto, dove sta assistendo gli appestati insieme a Fra Cristoforo. Qui, il frate scioglie Lucia dal voto di verginità fatto durante la prigionia presso l'Innominato.

Superati tutti gli ostacoli, Renzo e Lucia possono finalmente sposarsi. Si trasferiscono in un paese del bergamasco, dove Renzo diventa proprietario di una filanda. Hanno molti figli e vivono serenamente, avendo imparato che le disgrazie "non vengono mai per nuocere" e che bisogna confidare nella Provvidenza.

Il romanzo, oltre alla trama principale, include importanti digressioni storiche sulla carestia, la guerra di successione di Mantova e Monferrato, la peste e il sistema dei lazzaretti. Manzoni dipinge un quadro complesso della società del Seicento, criticando l'ingiustizia sociale e il malgoverno spagnolo in Lombardia, ma sottolineando sempre il ruolo della Provvidenza divina nelle vicende umane.

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