Pompeo Magno
๐๐ ๐ฆ๐ง๐ข๐ฅ๐๐ ๐๐๐๐๐ ๐ฅ๐๐ฃ๐จ๐๐๐๐๐๐: ๐๐ผ๐บ๐ฒ ๐บ๐๐ผ๐ฟ๐ฒ ๐น๐ฎ ๐ฅ๐ฒ๐ฝ๐๐ฏ๐ฏ๐น๐ถ๐ฐ๐ฎ, ๐๐๐ผ๐ฟ๐ถ๐ฎ ๐ฑ๐ถ ๐ฃ๐ผ๐บ๐ฝ๐ฒ๐ผ ๐ ๐ฎ๐ด๐ป๐ผ (๐ฃ๐ฎ๐ฟ๐๐ฒ ๐๐)
Avevamo lasciato a metร la storia di Pompeo Magno, col nostro generalone fortissimo a mietere successi militari in giro per il mondo, ma un po' in difficoltร nel concretizzare il potere che gli deriva dalla gloria. Soprattutto quando torna a Roma dopo i successi in Oriente.Quando finalmente Pompeo torna nella cittร eterna รจ sรฌ "il piรน amato dei Romani", ma i tempi che trova sono cambiati. Mentre era lontano a macinare avversari e gloria, politici piรน fini di lui hanno preparato una bella bara per la Repubblica. Pompeo รจ sempre ansioso di gloria e potere, anche se poi pare che non sappia bene cosa farsene, e allora si fa convincere da Crasso – che non sopporta – e Giulio Cesare – che sottovaluta – a dividere la torta. Nasce il "Triumvirato".
Come sempre gli accade, all'inizio sono solo rose e fiori. Sposa Giulia, la figlia di Giulio Cesare, che diventa suo improbabile suocero pur essendo piรน giovane. La debolezza di Pompeo si vede anche dalle sue numerose relazioni, spesso con ragazzotte senza personalitร da cui si fa adulare come un santo vivente manco fosse un Berlusconi che ha viaggiato nel tempo.
Giulio Cesare ha perรฒ una visione strategica che Pompeo si sogna. Non solo, Cesare ha il sangue piรน freddo del c*lo di un pinguino e nessuno scrupolo nel manipolare le istituzioni per il proprio tornaconto, cosa che Pompeo non farร mai, vai a sapere se per onestร o perchรฉ non ne รจ capace.
Due fatti segnano la fine dell'amicizia con Cesare. Giulia muore di parto e lui la sostituisce subito con Cornelia Metella, sposa ancora piรน giovane, perdendo il vincolo di parentela e anche la benevolenza di Cesare. Crasso muore come l'ultimo dei baccalร a Carre, portandosi dietro migliaia di soldati e la sua stupida fame di gloria. Se il Triumvirato aveva senso in tre, in due la guerra รจ solo questione di tempo.
Pompeo, l'ultima speranza degli optimates e di sopravvivenza per una Repubblica ormai svuotata, appoggiato da personalitร come Cicerone, si getta in una guerra contro Cesare di cui รจ l'ultimo a essere convinto. Come sempre, perรฒ, la visione d'insieme gli manca e Pompeo si fa trascinare dove non vorrebbe.
Dopo la disfatta di Farsalo, dove Cesare lo batte anche sul suo campo, quello militare, Pompeo finisce indegnamente una vita che pareva in grado di emulare le imprese di Alessandro. Scappa in Egitto, pensando di trovare degli amici, ma non va proprio cosรฌ.
Il giovane re Tolomeo ha capito da che parte tira il vento e – consigliato da Potino e Achilla – pensa di fare cosa gradita a Cesare facendogli trovare la testa del suo nemico. Pompeo rimedia cosรฌ solo una pugnalata a tradimento, ordinata perchรฉ "un morto non morde". ร il 28 settembre 48 a.C. e Pompeo, a 58 anni, chiude senza gloria una vita che fino ad allora ne traboccava.
Quando arriva Giulio Cesare, uno che non esita a ordinare massacri di vecchi e bambini se si รจ svegliato con le balle girate, Tolomeo capisce di averla fatta fuori dal vaso. E manco di poco.
Un po' come capita a quei mariti che parlano sempre male della moglie ma poi saltano su come il pupazzo dalla scatola quando a sparlare รจ qualcun altro, Giulio Cesare รจ in un certo senso geloso del suo nemico. Pompeo, in fondo, era un grande condottiero romano e a Cesare, visto che lo ha sconfitto, conviene perpetuarne la grandezza. Grandi nemici, grande onore, o qualche fesseria del genere.
Non solo, Pompeo รจ stato per anni suo alleato e perfino genero, e forse il Cesare giovane lo aveva anche visto come modello a cui tendere, per poi superarlo. Insomma, a Cesare non va giรน che Tolomeo, un ragazzotto sul cui viso la barba รจ ancora un tentativo uscito male, si sia preso la libertร di far uccidere il grande Pompeo come un ladro di galline e ora gli offra la testa come fosse una bollicina di benvenuto a "Primo appuntamento".
La reazione di Cesare ce la racconta Plutarco: "... si girรฒ via con ripugnanza, come da un assassino; e quando ricevette l'anello con il sigillo di Pompeo su cui era inciso un leone che tiene una spada nelle sue zampe, scoppiรฒ in lacrime".
Morale della favola, fa destituire Tolomeo e giustizia senza tanti complimenti Potino. Tolomeo ha salva la vita ma vede il regno consegnato a Cleopatra: forse avrebbe preferito seguire la via di Potino, piuttosto che subire l'affronto. Le ceneri e l'anello di Pompeo, per volere di Cesare, vengono riconsegnate a Cornelia, l'ultima moglie.
A modo suo, Pompeo avrร la sua piccola vendetta postuma: tre anni e mezzo dopo Giulio Cesare รจ vittima della celebre congiura, pugnalato infinite volte proprio sotto lo sguardo sornione della statua di Pompeo Magno.
Nelle illustrazioni, varie versioni di Cesare con lo sgradito dono del testone di Pompeo, nelle didascalie delle foto autori e titoli.
[Le storie della Repubblica - 2]
#StoriaALR
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